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La Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti del Battistero di San Giovanni Battista a Firenze

Pillole di restauro a cura di Marco Ciatti
La Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti del Battistero di San Giovanni Battista a Firenze

Il restauro della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti ha costituito uno dei più importanti interventi nella storia dell’Opificio, non solo per le sue colossali dimensioni (5,20x3,10 m) ed il peso di 8 tonnellate, ma perché è stata al centro di un progetto di ricerca che ha rinnovato completamente le tecniche e le metodologie del restauro dei grandi bronzi dorati. Una prima fase di ricerca e di prove fu compiuto tra il 1979 e il 1983; nel 1990 la Porta fu trasferita all’OPD e furono trattate le cinque formelle che già si erano staccate con l’alluvione del 1966. Dal 1996 al 2001 furono staccate le rimanenti formelle.
I danni consistevano in gravi fenomeni ossidativi, fratture, graffi ed abrasioni, accumulo di materiale di deposito e di precedenti trattamenti.

Il restauro prevedeva lo smontaggio delle parti per consentire il trattamento con un bagno chimico e il successivo lavaggio per neutralizzare l’azione delle sostanze chimiche.
Come si può vedere dal confronto della formella con le scene della Creazione di Adamo, di Eva e la loro cacciata dal Paradiso terrestre, prima e dopo tale pulitura, il risultato era ottimo anche se era necessario il complesso smontaggio delle parti.
Le formelle già restaurate venivano conservate in teche contenenti azoto per evitare nuovi fenomeni ossidativi.
Tale lavoro richiese molto tempo e la realizzazione di un laboratorio con attrezzature specificatamente costruite per la movimentazione in sicurezza delle due ante della Porta.

Dal 2002 iniziò un progetto per la messa a punto, con l’IFAC-CNR, di un nuovo ed innovativo tipo di laser per il restauro dei bronzi dorati. Finalmente dopo la fase sperimentale si poterono conseguire gli stessi risultati dei bagni chimici senza i rischi connessi con lo smontaggio, come si vede nelle due zone trattate con i due metodi messe a confronto.
Il restauro proseguì allora con il nuovo sistema di pulitura a laser e con molte altre complesse operazioni tecniche sino alla conclusione quando l’insieme fu rimontato e predisposto per il difficile trasporto al Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Nel 2012 la Porta del Paradiso fu trasportata dall’OPD al Museo e montata nella sua nuova e tecnologica teca. Sulla base delle conoscenze così acquisite è stato poi possibile restaurare in pochi anni prima la Porta Nord, ancora di Lorenzo Ghiberti (2013-16) e, infine la Porta Sud di Andrea Pisano (2016-2019). Le innovative metodologie messe a punto sono servite anche per molti altri interventi conservativi sulle sculture in bronzo del Rinascimento a Firenze, come quelle di Ghiberti ad Orsanmichele, i pulpiti di Donatello in San Lorenzo e molte altre.

Così come al tempo della sua realizzazione (1425-1452) la Porta del Paradiso era stata una scuola per molti grandi artisti del Quattrocento fiorentino, così il suo restauro è stato il punto di partenza per il rinnovamento del restauro in questo settore.

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Copertina della pillola Porta del Paradiso